capire se i bambini soffrono



Psicoterapia e Consulto Psicologico: Individuale, di Coppia e Familiare

Come capire se i bambini soffrono e come aiutarli!

E’ molto difficile distinguere, tranne in casi eclatanti, se un bambino soffre un disagio, se è infelice o se ci nasconde qualcosa che lo affligge. E questo non perché i segnali siano impossibili da individuare, ma, più spesso perche':

1. il modo utilizzato dai genitori per comprendere i propri figli è inappropriato. Ovvero, gli adulti vogliono “parlare” mentre i bambini usano altri linguaggi, anche per mascherare ciò che non vogliono raccontare. Ad esempio, alla classica domanda “come va, tutto bene? “, il bambino risponderà sempre “sì, certo” e quindi…fine della conversazione.

2. l'argomento che crea il disagio e' vissuto in famiglia come un tabu' oppure semplicemente crea imbarazzo agli adulti;

3. tra l'adulto e il bambino non c'e' intimita', complicita'; 

4. la causa del disagio e' un genitore o un adulto di riferimento, il bambino non parla per non crea turbamenti in casa o in altri ambienti(vedi scuola);

 Primo passo: osservare prima di parlare, esaminare i comportamenti, le cose fatte e soprattutto quelle “non fatte”, le forme di gioco, la socialità, l’applicazione nello studio. L’umore, se cambia spesso, in quali occasioni muta in positivo e in negativo. Attenzione ad agire di fretta: se il vostro bambino fino a ieri andava volentieri a lezione di chitarra e oggi decide che non vuole andarci più, sospendete ma solo fino a quando non capite il vero motivo; ogni occasione è buona per capire come vostra figlio affronta i problemi( ad es. ha avuto un piccolo litigio con il maestro e non sa come superare la sua rabbia!), meglio non sostenerlo nella fuga, alla lunga diventa un’abitudine pericolosa che gli lascerà un senso di fallimento.

Secondo passo: stabilire in che modo si esprime il disagio del bambino, ci dice molto sulla sua origine. Tempo e modo di espressione del malessere ci chiariscono alcuni punti sulla sua origine. Rabbia incontrollabile, permalosità, emotività estrema, aggressività rivolta ad altri o contro se stessi, passività simile ad una depressione, problemi scolastici importanti, tornare a fare la pipì a letto ecc…,questi sono solo alcuni segnali che ci parlano di un’inquietudine, un malessere che va chiarito. Il tempo, quando insorge il comportamento sospetto e la durata dello stesso, ci chiarisce se c’è un problema sottostante o piuttosto è una difficoltà temporanea, più che normale nella vita di qualsiasi persona, quindi anche dei bimbi.

Terzo passo: collegare il nuovo atteggiamento del bambino alla sua vita, dentro e fuori la famiglia. Esaminate i cambiamenti che sta attraversando, tipo cambio scuola o quartiere, arrivo di un fratellino, ma anche liti e tensioni in casa che hanno potuto alterare il suo equilibrio. Ricordatevi che la famiglia è il suo mondo, se ci sono variazioni importanti è un po’ come se i suoi punti di riferimento si perdessero, scatenando ansia e paura.

Quarto passo: ora che immaginate cosa non vada, quale situazione sta scatenando la reazione di vostro figlio, sarebbe utile aiutare il bambino a comprendere se stesso, senza sottolineare il comportamento inadeguato bensì sfruttandolo come occasione per dare maggiore attenzione alla vita del piccolo. Non colpevolizzatelo, dimostrate di comprendere la sua emozione e di essere completamente disponibili a trovare una soluzione al suo disagio. Non lasciatelo solo, non agite in preda alla”vostra ansia” di risolvere il problema (“immediato cambio di classe, cacciate la babysitter, ritorno a dormire nel lettone…”), affrontate l’argomento in famiglia per confrontare i punti di vista.

Mettete il bambino al centro della riflessione e sviluppate con lui “una o più soluzioni attive” per risolvere il suo disagio, che sia emotivo o pragmatico, ad esempio:

• inventare nuovi modi per sfogare rabbia, paura, dispiacere;

• strategie per ridurre lo stress emotivo, imparando a confrontarsi adeguatamente con i pari o con gli adulti;

• coinvolgere tutto il sistema familiare con le sue abitudini, chiedendo un impegno attivo di tutti, perché nessuno deve mai sentirsi solo o indifferente ai problemi dell’altro;

Quando lo ritenete opportuno, consultare uno psicologo familiare può servirvi per chiarire punti oscuri, comunicare in modo efficace, trovare soluzioni attive, senza “sensi di colpa” ma con tanta voglia di mettersi in gioco.

DIETRO OGNI PROBLEMA C'E’ UN' OPPORTUNITA’ (Galileo Galilei)

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