Sostegno psicologico Roma



Psicoterapia e Consulto Psicologico: Individuale, di Coppia e Familiare

1. Perchè andare dallo psicologo ?
Tante sono le richieste ma uno solo l’intervento: lo psicologo è “il mezzo” attraverso il quale fare chiarezza dentro di sé.
Per sostituire i dubbi con la verità e la realtà, per appropriarsi del proprio destino.
Per comprendere il passato e il presente, per progettare un futuro migliore.
Per dare un nuovo significato alla propria vita affettiva, emotiva, familiare.
Per conoscere i propri desideri, allontanare le paure e trovare nuovo vigore nella quotidianità.

2.Come posso capire di aver bisogno di uno psicologo ?
In generale, se una persona vive da almeno tre mesi una condizione di sofferenza psichica e /o emotiva, caratterizzata da stati emotivi persistenti come angoscia, ansia, paura, tristezza, rabbia, insofferenza verso sé o altri, senso di oppressione; agisce in maniera insolita o è chiuso in sè, perde il controllo di sé e del proprio corpo, trascura il lavoro o gli studi, gli impegni abituali e le responsabilità quotidiane. In concomitanza possono insorgere sintomi fisici quali insonnia persistente, inappetenza, malessere generale e debolezza, incapacità a concentrarsi, tachicardia e tremori, emicranie.

Ma anche quando:
a)  una persona si sente “in crisi” e non riesce a stabilire la causa di questa sofferenza;
b)si vive un rapporto di coppia come insoddisfacente e non si sa come cambiarlo.
c)la vita professionale è motivo di angoscia, o si attraversa una fase di blocco nello studio.
d)la quotidianità è fatta di angoscia, tristezza, rabbia, pensieri ossessivi e comportamenti aggressivi verso se stessi o verso gli altri;

3. Lo Psicologo è un medico ? 
No, è un laureato in PSICOLOGIA. Frequentando una specializzazione quadriennale specifica e riconosciuta dallo Stato, si specializza in Psicoterapia, quindi può effettuare trattamenti TERAPEUTICI, volti cioè alla cura del disagio, utilizzando tecniche e strategie psicologiche. In nessun caso è abilitato alla prescrizione di farmaci.

4.Cosa vuol dire terapia familiare ?
La terapia familiare è una tipologia di intervento psicologico terapeutico. Si basa sul modello sistemico-relazionale, analizza cioè il sistema –familiare soprattutto, ma anche sociale e culturale –di provenienza, al fine di svelare lo schema, la cultura e i codici nei quali il soggetto è vissuto. A partire da queste informazioni, comprendiamo i limiti e le risorse di questa “storia personale”, diamo nuovo senso alle scelte fatte e a quelle evitate, ai percorsi seguiti e quelli mancati. Rispondiamo insieme ai tanti “perché” del passato e del presente, avendo per obbiettivo il futuro. La terapia familiare può essere utilizzata sia in percorsi individuali, che di coppia o familiari.

5. quante sedute in media si devono fare ?
Non esiste una regola a riguardo, il numero e la frequenza delle sedute varia a secondo del problema da affrontare e degli obbiettivi da raggiungere. E’ importante sapere che servirsi del lavoro psicologico significa riservarsi un tempo ed uno spazio per sé, non è un obbligo bensì un’opportunità, è un vantaggio per sé, quindi ognuno può scegliere come e quando servirsene.

In media, una terapia può durare da 6 a 18 mesi, con frequenza settimanale o quindicinale.
Nel caso di una consulenza, anche solo 2-4 incontri possono essere sufficienti.

6. il prezzo è uguale per tutti i problemi che una persona puo' avere ?
Il costo di una seduta è uguale qualunque sia il problema da affrontare o il numero di    persone coinvolte.

7. Cosa mi devo aspettare da una terapia ?
La psicoterapia fornisce sostegno, ascolto, si basa sul rispetto e promuove la coscienza di sé. In una prima fase si analizza il problema riportato dal cliente, si comprende “perché” il soggetto non riesca a risolverlo e quali passi sono invece necessari per rendere la persona capace di intervenire. Ogni persona, nello specifico, verrà aiutata a scoprire le proprie risorse e potenzialità, in che modo la sua storia familiare influenzi – nel bene e nel male – pensieri, aspettative, sogni e comportamenti. L’obbiettivo finale è “tornare liberi di pensare e sentire”.

8. Se vado da uno psicologo vuol dire che sono malato ? 
Il dolore psichico, la sofferenza, l’ansia, anche i comportamenti più bizzarri, sono segnali d’allarme, che dicono :“ non sei felice, non vivi nel modo giusto per te, non sei libero”, e rappresentano un modo primitivo per risolvere i propri problemi. Quindi in generale non c’è nessun “cattivo funzionamento”, al contrario stiamo solo cercando di risolvere un problema usando il mezzo/metodo sbagliato, e il dolore ci avverte che la soluzione adottata non basta o non è idonea. Andare dallo psicologo serve a comprendere l’origine del dolore e a sviluppare una strategia per risolverlo.

9. Quando è preferibile fare una terapia di coppia anzichè una terapia individuale ?
La terapia di coppia è consigliata quando è volontà e desiderio di entrambi i partner unire le proprie energie, sotto la supervisione di un professionista, per risolvere un problema inerente la coppia. Quando invece il problema da affrontare riguarda principalmente un individuo, e si riflette solo marginalmente sulla coppia, si procede con una terapia individuale. Nulla vieta di farsi sostenere, durante il lavoro terapeutico, da una persona cara o amica, anche occasionalmente, accordandosi con il terapeuta.

10. Ho problemi nel rapporto con la mia famiglia (partner) .. dipendono da me ?
La domanda da farsi è: posso fare qualcosa per risolvere questi problemi? Escludendo sensi di colpa, individuare le responsabilità personali serve a comprendere “chi possa fare cosa”, cioè se in una relazione possiamo agire per recuperare e migliorare la qualità del rapporto. E’ necessario in primis capire se le nostre azioni sono “libere”, cioè se facciamo veramente ciò che riteniamo opportuno e non ciò che ci hanno insegnato/obbligati a fare. Liberi da schemi che non ci appartengono e da paure ataviche, possiamo serenamente capire “se possiamo agire e cosa possiamo fare”, quindi elaborare delle strategie adatte. Nelle relazioni tra adulti, tutte le persone coinvolte hanno pari responsabilità e quindi non può dipendere mai da una sola l’esito positivo o negativo del rapporto.

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