Genitori che amano troppo i figli? Coppia in crisi



Psicoterapia e Consulto Psicologico: Individuale, di Coppia e Familiare

Genitori che amano troppo i figli? Coppia in crisi!!!

Quando i giovani ribelli diventano un'occasione per riflettere sulla coppia e sul disagio individuale...

Il cosiddetto adolescente problematico e' spesso il collante delle coppie in crisi, involontario chiaramente, ma decisamente funzionale affinche' coppie che si son perse, resistano in eterno. A molti sembra folle questa idea: un figlio che frequenta "ambienti pericolosi" , una ragazza che non rispetta alcuna regola familiare, aggressivita' verbale e fisica, possono aver qualcosa in comune con una crisi coniugale? Spesso si! Che vi piaccia o no, questi terribili ragazzini incontrollabili, perennemente incavolati potrebbero essere...la vostra salvezza!

Spieghiamoci meglio, da una parte abbiamo un giovanissimo che all'improvviso sembra fare l'esatto contrario di cio' che gli e' stato insegnato: perennemente arrabbiato, insolente e aggressivo, sfida l'autorita' e provoca costantemente una reazione da parte dei propri genitori. Dall'altra parte, abbiamo una coppia coniugale che sembra fare fronte unito, complici nel preoccuparsi di un figlio/a che mostra segni di disagio importanti, e che mina profondamente la tranquillita' familiare. Ambedue i genitori sono concordi nel giudicare negativamente l'atteggiamento del giovane, ma le madri ne soffrono particolarmente, appaiono sconvolte e arrabbiate, fisicamente e psicologicamente depresse sembrano annegare in un mare di disperazione. I padri sono spesso assenti, salvo essere costantemente aggiornati di ogni azione del piccolo ribelle e richiamati all'ordine dalla madre, che gestisce e ordina le reazioni da attuare.

In questo clima di guerra, la coppia appare totalmente assorbita dal " problema figlio" e quindi la mancanza di affetto, comunicazione, tempo, contatto fisico tra i due, viene cosi' giustificata.

Allo stesso tempo, il nemico comune avvicina i due genitori, che condividono un obbiettivo, salvare il figliol perduto e la serenita' familiare. Eppure, come raccontano, il figliolo era tanto un bravo ragazzo, diligente, affettuoso, affezionato alla mamma morbosamente, meno intimo con il papa' ma tanto, che fa, la mamma c'era sempre per lui..."raccontava tutto, condivideva ogni pensiero, ha dormito nel lettone fino ai 10 anni, non diceva mai bugie, eravamo pappa e ciccia" ...

Cosa e' successo? Il giovane ha scoperto di avere una propria identita', non ha contorni definiti ma percepisce i propri pensieri, desideri, bisogni, idee, e la presenza ingombrante e intrusiva di un genitore - o di entrambi - ostacola questa operazione di auto-riconoscimento. Immaginate di sentire nella vostra testa i pensieri che vi appartengono ma anche quelli dei vostri genitori, dei nonni, delle autorita' varie, confondendo il tutto. Un mix di richieste, concetti, ordini e pensieri che soffoca un identita' fragile, confusa, che cerca solo a chi dare la colpa del suo senso di inadeguatezza.

E se a questo aggiungiamo due adulti che hanno basato la loro unione non sulla coppia ma sul ruolo genitoriale, cosa succedera' loro quando il figliolo chiudera' la porta della sua vita per crescere anche un po' da solo? Quando rifiutera' i pensieri altrui per dare spazio ai propri, quando ascoltera' la sua voce ignorando i suoi maestri?

Beh, se gli adulti hanno una propria vita da vivere, se ne riapproprieranno, riducendo il tempo da dedicare al figlio e impiegandolo nella coppia o nella vita personale, ma se quella porta chiusa svela la solitudine della coppia, il non senso della vita personale, la mancanza di stimoli e passioni, allora qualcuno bussera' insistentemente per entrare. La scusa sara' il bisogno di controllare per il benessere del giovane, l' immaturita' anagrafica un pretesto valido per penetrare fin dentro i pensieri dell'altro. Nel frattempo, i problemi della coppia vengono accantonati, magari nel frattempo si consumeranno dei tradimenti, che a loro volta permettono di rinviare ancora la resa dei conti.

I ragazzi saranno sempre piu' confusi, istintivamente respingenti non comprendono la rabbia verso i propri genitori, ma si sentono costantemente violati da coloro che amano e cercano la fuga all'esterno. I genitori, anch'essi confusi, non comprendono le reazioni isteriche del figlio e non sanno come intervenire, adottano spesso comportamenti repressivi, accusano le "amicizie sbagliate" di manipolare la giovane mente e quindi si sentono autorizzati ad ogni forma di intervento.

Se vi riconoscete in parte di questi comportamenti, interrogatevi:
"se mio figlio non e' impazzito, allora cosa mi sta comunicando?"
" quanto tempo dedico a pensieri focalizzati su mio figlio?e a mia moglie/marito?"
"quante cose non faccio per me/mio partner per star dietro ai miei figli?"
" quanto mi sento responsabile dell'esito della vita di mio figlio?"
"se mio marito/moglie non ci fosse, mi comporterei diversamente?"
"chi sono se non posso occuparmi di mio figlio?"

Se volete sopravvivere a questa parabola discendente:
- Imparate a rispettare le idee, i pensieri e i sentimenti del giovane qualunque esse siano, ed egli sopportera' di buon grado le regole di civile convivenza perche' le riconoscera' coerenti e rispettose delle esigenze di tutti.
- la casa e' il luogo dove sentirsi accolti come giovani adulti e non accuditi come bambini;
- un adulto che conserva un suo spazio personale insegna al figlio il rispetto di se' e dell'altro non come puro atto formale ma sostanziale; - una coppia viva e passionale e' un modello di relazione d'amore sana per i figli;
- una coppia in crisi che non si nasconde e' un esempio di coraggio e lealta', nel rispetto della distanza emotiva;
- la violenza fisica rispecchia un dolore insopportabile, se la agite siete fragili emotivamente, se la subite non aiutate l'altro a liberarsene;
- dove c'e' un conflitto, nessuno ha ragione o torto, ma i piu' maturi devono comprendere i piu' giovani e fornire loro nuovi strumenti per superare le difficolta';

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