Le fasi della terapia di coppia



Psicoterapia e Consulto Psicologico: Individuale, di Coppia e Familiare

La  gelosia nella coppia: un modo contorto per sentirsi amati

 

Molto si dice della gelosia, a chi piace, chi non la tollera, chi la trova parte costituiva dell’amore, chi la ammette come forma di attenzione, chi la subisce come prezzo da pagare per trattenere un amante troppo volubile. Ma parliamo dei casi in cui la gelosia rappresenta una forte limitazione alla libertà personale, non giustificata ma esercitata come un diritto naturale, non contestabile se non con un atto trasgressivo:

  • Limitazioni nell’uso del proprio tempo libero, dal divieto di frequentare posti o persone al controllo del tempo (niente palestra, dopo la scuola subito a casa, non voglio che frequenti X, perché ci metti tanto? )
  • Limitazioni della vita affettiva, familiare ( limiti frequentazione di parenti, genitori, amici, figli)
  • Limitazioni espressione verbale ( dal semplice “no” all’espressione libera del proprio pensiero quando non gradito al partner)
  • Limitazioni professionali/lavorative ( obbligo di abbandono del lavoro, limitazioni nell’esecuzione del proprio lavoro e ostacolo al successo professionale, competizione malsana)

 Questa tipologia di persona, definita semplicisticamente“gelosa”, ha una paura interna costante del mondo esterno, vissuto come predatorio e aggressivo. La disistima (per sé stesso)che prova lo porta a diffidare delle persone, fino all’estremo della paranoia. La diffidenza va dalle persone amate agli sconosciuti: nel caso delle persone amate, la normale paura di essere abbandonati si somma ad esperienze infantili di separazione/freddezza dei rapporti parentali, ed al dubbio potente di non meritare la felicità, o l’amore;

Vorrei essere amato ma temo che non accadrà, anzi sarò ferito, abbandonato, e me lo merito

di conseguenza, si finisce per odiare ciò che si ama!

Meglio tenersi alla larga dalle persone, dall’amore soprattutto, non fidarsi è meglio,

A quel punto, la persona gelosa tenta di allontanare da sé la paura trasformandola in rabbia, la previsione dell’ abbandono si combatte con il controllo, possesso fisico e psicologico della persona. La paura si perde così nei meandri della mente, la disistima viene soppiantata dal senso di potere

Io non ho paura, altro che abbandono, io sono tutto per lei/lui, e tutto controllo, sono potente

Attraverso questa serie di meccanismi, accantona la sua fragilità e si riveste di forza, autoritarietà, aggressività, tutto sembra tranne che una persona spaventata dall’idea di essere lasciata dal partner.

Questa armatura con il tempo si irrigidisce, sostenuta anche dal partner, inizialmente compiaciuto da tante attenzioni, consigli che sembrano ordini, controlli che appaiono assolutamenti innocui e necessari.

Più spesso, sono le donne a subire e sostenere certi atteggiamenti perché, a loro volta, li interpretano come messaggi di stima

Se mi controlla, mi segue, mi sconsiglia di uscire da sola, mi dice come vestire o come pensare, significa che mi vuole bene, quindi anche io valgo qualcosa

E come messaggi di protezione

Non devi pensare o fare nulla, penso a tutto io, risolvero’ i tuoi problemi

Lui appare un genitore protettivo ma ansioso e autoritario, lei una bambina fragile alla ricerca di un uomo vero, forte…

Se invece è l’uomo la vittima della gelosia insistente della compagna, spesso è un personaggio mite che apparentemente soccombe dinanzi al carattere prorompente di una donna prepotente e aggressiva, ma pronta alla remissività ogni qual volta capisce di aver tirato troppo la corda…

Ovviamente questa bolla esplode prima o poi, perché il dazio da pagare si fa sempre più elevato: lui/lei non acquisisce autostima e quindi spinge i suoi comportamenti aggressivi e controllanti sempre più in là, accusando il partner di essere la causa della sua rabbia

disistima                         paura                           rabbia                                   attacco alla persona/società colpevole

il “sottomesso/a” si sente più soffocato che appagato, intuisce che il partner non è la roccia solida che cercava, non si sente più al sicuro ( niente libertà e niente protezione!) e comincia a cercare una “distrazione”, che colmi l’eterno bisogno di conferme ma meno aggressivo: fine dell’idillio, l’armatura si incrina sotto il peso della realtà, le crepe mostrano l’essere indifeso, e la paura sale alle stelle.

Ecco! Un altro abbandono in arrivo, il dramma presagito sta per compiersi, la paura si trasforma in rabbia e viene rivolta ancora una volta all’esterno

dopo tutto quello che ho fatto per lei/lui, non era niente, adesso osa mettermi in disparte, come uno straccio vecchio

La coppia che si fonda su questo reciproco bisogno di conferme, ottenute attraverso il patto io possessore/tu posseduto , non regge più, quindi mette in atto alcune soluzioni non adeguate, in primis il cambio di ruoli:

se non vuoi che ti lasci, da ora non comandi più tu, ma io, adesso mi riprendo la mia libertà,  tu non sai dove e con chi mi vedrò, io ti maltratto e tu taci, io ti impongo come comportarti…

ma non cambia nulla, il meccanismo è sempre lo stesso, uno esercita il potere ed un altro lo subisce. Il risultato è una crisi allontanata di poco ed un ciclo perverso di scambi di ruolo. Il tempo passa e la coppia dimentica cosa li ha uniti tempo addietro, perdendo la speranza in un’ unione felice e serena.

 Con l’aiuto dello psicologo, ognuno può affrontare queste problematiche, perché una volta riconosciute, sarà naturale ricercare delle soluzioni più adeguate e pacificanti. Rinunciare alla gelosia sarà semplice per chi riconoscerà che il possesso non esiste e soprattutto, non serve, perché l’autoconferma è l’unica risposta. Possedere una persona non rende meno soli, condividere la felicità invece sì.

Guardare al partner come persona distinta e libera, significa che le azioni dell’altro non ci definiscono, non ne dipendiamo, non accrescono né riducono il nostro inestimabile valore interiore

Se lei mi ama, sono felice,  ma  ciò non cambia il mio valore interiore; se lei mi lascia, mi rattristerò, ma ciò non cambia il mio valore interiore: resto amabile, valido, utile, importante!

La coppia non è un campo di battaglia dove dimostrare il proprio valore distruttivo, la supremazia, la forza, ma un posto caldo dove acquietarsi, condividere, esprimere tutta la ricchezza di sentimenti e pensieri che naturalmente ciascuno di noi possiede.

A volte dimentichiamo come si fa, ma basta poco per ritrovare la strada.

contenuti a cura della dott.ssa | Contattami | Blog Psicologia | Privacy