Il ruolo della donna



Psicoterapia e Consulto Psicologico: Individuale, di Coppia e Familiare

Il ruolo della donna e la femminilita', schemi preconfezionati o valori da ricercare?

Discutere concetti complessi come " il ruolo della donna" o il senso della parola "femminilita' " mi risulterebbe troppo difficoltoso, lungo e tedioso, pero' l'argomento mi interessa moltissimo, visto che molte donne con cui entro in contatto mi ripropongono domande e discussioni atte a sviscerare e chiarire questi aspetti della loro vita.

Volando basso, mi rifaccio direttamente alla mia esperienza, e mi chiedo innanzitutto perche' certe donne si interrogano sul proprio ruolo, ovvero perche' si domandano: " le aspettative, le richieste che mi vengono dagli uomini e dalla mia famiglia sono lontane dal mio modo di essere, non mi appartengono, ma sono io a comportarmi in modo errato - non femminile, trasgressivo - oppure sono gli altri a farmi richieste inaccettabili?"

In questa epoca la confusione sull'identita' femminile e maschile e' decisamente amplificata dalla caduta dei "modelli maschili e femminili", per cui le attese e le richieste che ognuno ha verso il partner sono oggetto di una continua dolorosa contrattazione.

Facciamo un paragone, diciamo che oggi ci svegliamo e scopriamo che noi e il nostro partner abbiamo dimenticato come si parla, come si scrive e il significato di qualsiasi parola. Disastro, come faremo a comunicare senza un linguaggio comune? Ecco, l'unica cosa che resterebbe da fare sarebbe "ricominciare da zero e rifondare un nuovo linguaggio", cosi' uomo e donna si siedono a tavolino e cominciano a inventare segni e significati, li stabiliscono insieme, decidono di comune accordo che x significa la tal cosa, y significa ecc... e cosi' pian piano, creano un "proprio linguaggio", senza equivoci e forzature, nessuna ambiguita' o confusione.

Immaginiamo invece due persone che vogliono comunicare ma adottano due linguaggi diversi, dove i segni e i significati non coincidono, necessariamente uno dei due dovra' adottare il linguaggio dell'altro, apprenderlo, seguirlo, e rinunciare al proprio.

Andiamo ancora oltre, una situazione esasperata, dove nella coppia uno dei due deve adottare anche la cultura dell'altro, cioe' il suo modo di pensare, le sue abitudini, condividere e accettare i desideri e le scelte dell'altro. Molti penseranno che in questo modo la coppia potra' andare avanti, insomma se uno dei due si sacrifica e accetta in toto la realta' dell'altro la felicita' sara' a portata di mano.

Ritornando alla domanda iniziale e riformulandola:
" le aspettative, le richieste che mi vengono dagli uomini e dalla mia famiglia sono lontane dal mio modo di essere, non mi appartengono, ma forse se adotto questa cultura la nostra coppia andra' avanti".

Senza contrattazione, senza costruire un universo che appartenga ad entrambi ma aderendo direttamente alle richieste che ci vengono fatte, sara' tutto piu' semplice, e noi saremo perfette...". Teoricamente si, in pratica no!

Questo processo di adesione forzata ci spersonalizza, crea sofferenza e dolore psichico, ci rende pallidi riflessi di una persona vera, e tutto cio' non puo' mai condurre una coppia verso la crescita, anzi, la pietrifica fin quando uno dei due non esplode e rompe l'incantesimo.

Ovviamente dobbiamo fare i conti con millenni di cultura maschilista, cultura che abbiamo nel dna e quindi non solo gli uomini ma soprattutto noi donne sentiamo di trasgredire quando non vi aderiamo. Ricordiamo pero' che tutte le culture evolvono, l'epoca contemporanea e' caratterizzata da una certa liberta' di scelta, che ha come lato negativo la macanza di riferimenti.

Quindi per rispondere ad alcune domande : "sono una vera donna se mi dedico solo alla famiglia o anche se ammetto che mi piace lavorare? " "sono una donna vera se indosso la gonna o anche in jeans? " "sono una vera donna solo se voglio tanti figli? " "sono una vera donna se aderisco al mondo del mio partner o posso mantenere una mia identita'?"

e simili, l'obbiettivo della femminilita' forse potrebbe essere quello di incontrarsi veramente con il mondo maschile, portando tutta se stessa, offrendo il proprio contributo alla costruzione di un nuovo linguaggio, personale e rispettoso di tutte le identita' in gioco.

Esattamente come nella riproduzione, solamente dall'incontro/compenetrazione di due identita' biologiche diverse, si ha l'atto creativo, per eccellenza, altrimenti ci dobbiamo accontentare di un clone!

Prima di essere donne, siamo persone, preservando il nostro mondo e rispettandolo- quindi anche facendolo rispettare - lo rendiamo patrimonio fruibile per tutta la societa'. Se non ci riusciamo, forse abbiamo poca stima in noi, non crediamo abbastanza nel meraviglioso contributo che potremmo fornire per la creazione di qualcosa di nuovo, non abbiamo fiducia nelle nostre capacita' e quindi le accantoniamo per assimilarci a qualcuno che consideriamo migliore. Allora il problema e' piu' nostro che della cultura che ci circonda; meglio, significa che possiamo risolverlo direttamente!

Rispondiamo alla domanda inziale: qual'e' il mio ruolo di donna? Quello che mi consente di esprimere la mia personalita' e femminilita' al massimo, nel modo che mi e' veramente congeniale e naturale.

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