Gioco d'azzardo, dal gioco alla dipendenza



Psicoterapia e Consulto Psicologico: Individuale, di Coppia e Familiare

Il gioco d'azzardo: dal gioco alla dipendenza.

Nel nostro paese il gioco d’azzardo si sta espandendo enormemente assumendo connotazioni inquietanti. Si stima che in Italia il fenomeno del gioco d’azzardo coinvolga circa l’80% della popolazione adulta che saltuariamente partecipa a lotterie o a scommesse; il 13% degli italiani giocherebbe alle lotterie o alle slot-machine quasi ogni settimana, mentre il 5% due o tre volte per settimana. Più di 30 milioni dunque gli scommettitori nelle varie categorie di giochi, tanto che in un anno gli italiani arriverebbero a spendere, per le sole scommesse legali, più di 17 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i milioni spesi nei casinò e nei circoli privati, oltre al denaro speso nel gioco clandestino, stimabile in circa un terzo di quanto speso nel gioco legale.

Negli ultimi anni, l’offerta dentro e fuori i casinò si è ampliata, e sale da gioco e video poker hanno trovato una diffusione sempre più crescente; ultima innovazione e' il gioco on-line, per giocare direttamente da casa, previa compilazione di un formulario con i propri dati personali ed il numero di carta di credito.

Il gioco d’azzardo on-line è molto più rischioso delle altre forme di gambling, sia perché fornisce una gratificazione immediata al giocatore, sia perché lo aliena dalla realtà garantendogli quella protezione che solo l’anonimato della rete può garantirgli. Vista la maggiore velocità con la quale viene "consumato l'atto del gioco", il rischio di sviluppare una dipendenza è molto più elevato; sarebbero proprio la breve durata della giocata e l’immediata opportunità di giocare ancora, a rendere il gioco più affascinante.

Recenti osservazioni cliniche hanno dimostrato come la dipendenza dal gioco d’azzardo on-line abbia un decorso più rapido (circa pochi mesi) rispetto alla dipendenza da altri tipi di giochi che di solito si instaura dopo almeno 4 anni. Le persone che giocano d’ azzardo on line vanno incontro a problemi di gioco più seri di coloro che giocano con metodi "classici". Recenti ricerche hanno visto un exploit della presenza femminile, che sembra preferire il poker e simili, compresi casino e lotterie. Triste parita' nel giro delle scommesse. Ancora ridotto l'utilizzo dei giovanissimi (18-24), mentre la fanno da padroni i soggetti nella fascia d'eta 35-44 anni, seguiti a ruota dagli over 45.


Che il gioco in rete sia lo specchio della società moderna? Imbucci (1997) a tal proposito afferma che la dimensione del gioco telematico sottolinea la solitudine e la malinconia degli individui e va incontro all’esigenza di velocizzazione ed isolamento tipica della nostra società. "

Motivazioni" al Gioco

Diverse sarebbero le gratificazioni cercate nel gioco.

Per molti esperti, il gioco risponde ad un bisogno di socializzazione in coloro che mostrano difficoltà relazionali; significa far parte di un gruppo (la "chat" ne e' la prova) con il quale condividere emozioni e azioni, sviluppando un codice comportamentale e addirittura verbale che sottolinea un'appartenenza. In altri casi, il gioco rappresenta l'opportunita' di diventare qualcuno, attraverso la dimostrazione di superiorita' e competenza, e in ultimo, attraverso la realizzazione economica che, in anti casi, consentirebbe anche un salto sociale. La possibilita' di vivere una nuova esistenza, ricominciare daccapo ma stavolta partendo gia' dai gradini piu' alti. Una forma quindi di rivalsa sociale e psicologica!

La Popolazione dei Giocatori d'Azzardo


I giocatori, possono essere divisi in quattro grandi categorie: giocatori occasionali, giocatori abituali, giocatori a rischio, giocatori patologici.


Diversi studiosi hanno cercato di collocare le differenti condotte di gioco su di un continuum, ad un estremo del quale si troverebbero gli individui che giocano d’azzardo in forme socialmente adeguate, mentre all’estremo opposto, i giocatori devianti, il cui comportamento persistente e maladattivo compromette la vita personale, familiare, professionale a tal punto da sfociare nella patologia da Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), che trova posto all’interno del DSM-IV (Manuale di psicodiagnosi).


Proprio basandosi sui criteri diagnostici del DSM-IV (APA, 1994), Shaffer & Hall (1996) hanno tentato di tradurre il continuum di cui sopra in categorie discrete, dando vita ad un sistema di classificazione il cui obiettivo è quello di descrivere un ipotetico percorso di sviluppo che spiega come si passa dal comportamento sano a quello patologico. Custer (1984), ha identificato sei diverse tipologie di giocatori, di cui due a mio parere sono di particolare interesse

Giocatori per “fuga” e per “alleviamento” senza sindrome da dipendenza : riescono tramite il gioco ad alleviare sensazioni di ansia, depressione, solitudine e noia; più che una risposta euforica il gioco è per loro un potente analgesico che aiuta a non pensare alle difficoltà. Pur non essendo giocatori compulsivi, vengono anche definiti Giocatori Inadeguati senza Sindrome da Dipendenza;

Giocatori Compulsivi con Sindrome da Dipendenza: non hanno più il controllo del gioco che è diventato per loro la cosa più importante; non possono più smettere di giocare indipendentemente dalla loro volontà e dal loro impegno. Famiglia, amici e lavoro sono negativamente influenzati dall’attività di gioco;

Queste classificazioni chiariscono come, accanto alla dimensione ludica trovi posto la patologia, dove la rilassatezza ed il divertimento tipiche del gioco vengono sostituite dall’obbligatorietà dell’impulso; quella che per molti si configura come un’ innocua attività ricreativa, per altri può dunque trasformarsi in una vera e propria malattia psichica.

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