Studio psicologo Roma



Psicoterapia e Consulto Psicologico: Individuale, di Coppia e Familiare

Essere o non essere... Se stessi

Quando si baratta la libertà di essere se stessi con l'approvazione e l'accettazione esterna.

Molte coppie si basano su una forma di legame dipendente, cioe il legame all’interno del quale i soggetti rinunciano alla propria liberta espressiva, emotiva e fisica in cambio di una pseudosicurezza psicologica, inconsciamente convinti che questa straordinaria rinuncia a se stessi sia l’unico mezzo per legare indissolubilmente l’altro a se':

“ti ho dato tutta la mia vita, adesso saresti un ingrato/a ad allontanarti da me”.

Ma dove nasce l’esigenza di possedere l’altro o di essere posseduti, in cambio della propria liberta?

Iniziamo riflettendo su cio’ che significa LIBERTA’: senza avere la presunzione di chi vuole affrontare temi universali, possiamo azzardare che un soggetto libero e’ un individuo che accetta se stesso in toto, e che non teme di mostrarsi agli altri senza veli, o perlomeno e’ libero di scegliere se mostrarsi o meno, perche’ non teme il giudizio altrui; all’inverso accade:
“non ho parlato perche’ temevo la sua reazione”
“non ho espresso le mie emozioni perche’ non mi avrebbe accettato”
“non mi sono esposto/a perche’ non mi avrebbe capito”

 

Queste affermazioni rispecchiano la paura di non essere accettati, di essere rifiutati a causa del proprio modo d’essere, ma in alcuni soggetti questa paura diventa terrore insostenibile, l’idea del rifiuto e’ di una dolorosita’ insopportabile: pur di sfuggire alla certezza di non essere amabile e’ preferibile scomparire nell’altro che, al contrario, ha la caratteristica dell’amabilita’, che e’ degno di vivere e che trasmette, diffonde questa qualita’ a coloro che gli/le appartengono:

“stare con lui/lei mi fa sentire bene, sento di contare per qualcuno, ho un mio posto nella societa’, mi sento importante”.

 

Manca pero’ l’individuo dominante, che ugualmente necessita di rassicurazioni continue dal partner, simbolicamente rappresentate proprio da quegli atti di prostrazione e deferenza , ma che trae la sua forza, la sua sicurezza d’essere dalla sottomissione dell’altro 

“quanto piu’ tu scompari, tanto piu’ io esisto”

In fondo, e’ una lotta per accapararsi un brandello di identita’, dove il soggetto dominante e’ rassicurato dalla sua totale invasione nello spazio dell’altro, mentre il remissivo e’ rassicurato dallo stesso evento che percepisce come un riempimento del se’.

E’ una finta Guerra, dove viene occupato un territorio – segno di forza e potenza – quando dall’altra parte c’e’ chi vuole essere occupato – che vive cosi’ la gioia di essere voluto, desiderato, anche se con prepotenza – creando un equilibrio basato sulla dipendenza reciproca.

Una volta assorbiti dalla coppia, il soggetto dominante scopre che e’ solo, mentre il soggetto remissivo acquisisce l’identita’ dell’altro, che avvolge, determina, impronta la vita a due: quando cio’ avviene del tutto, quando cioe’ finalmente lo scambio e’ avvenuto, l’individuo muore, subito dopo muore anche la coppia, il che ci appare anche molto scontato, dato che una coppia formata da una sola persona e’ un controsenso terminologico e pratico.

A volte passa anche molto tempo prima di rendersi conto che non esiste piu’ la coppia, che la vita che portiamo avanti e’ solo un pallidissimo riflesso di quel sogno d’amore auspicato, ma puo’ anche accadere che i soggetti in questione percepiscano cio’ che sta avvenendo, correndo ai ripari in tempo, ovvero affrontando il desiderio distruttivo di possedere-essere posseduti, scoprendone l’origine nell‘insicurezza psicologica.
Questa e’ una delle tante storie possibili…

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